Salvatore Pili
Concerto per FISARMONICA SOLA
Guida all’ascolto (a cura di Erotlavas Philp)
BREVI SUGGERIMENTI PER UN ASCOLTO MIGLIORE
Anzitutto createvi un ambiente da “CHAMBER MUSIC” (Musica da camera). Nell’accezione attuale, il termine designa una specificazione che si potrebbe dire d’ordine quantitativo: musica da camera si oppone implicitamente a musica sinfonica e, a maggior ragione, alla musica operistica, per il minor numero di strumenti e di esecutori che essa richiede, di conseguenza per la ridotta sonorità e il carattere intimo, che la rendono adatta alla “camera”, ossia all’ambiente domestico e privato, anziché al teatro o alla grande sala da concerto sinfonico. Quest’ambiente, poi, è importante che sia dotato di un impianto di riproduzione hi-fi d’elevato pregio e che i diffusori (le casse) siano adeguatamente postati, per poter meglio cogliere l’effetto stereo su cui sono state realizzate le esecuzioni di quest’opera discografica, sia quelle per sola fisarmonica sia quelle per fisarmonica e orchestra.
La qualità dell’ascolto, pertanto, sarà proporzionato all'efficienza dell’impianto utilizzato per la riproduzione.
In un ascolto prova effettuato su un DVD del computer, ad esempio, si è riscontrato un calo di qualità superiore al 50%; come dire che guidare una Cinquecento non è la stessa cosa come guidare una Ferrari.
Altro suggerimento importante: una volta impostato il volume generale desiderato, il potenziometro non deve essere più manipolato, per non alterare le espressività dinamiche realizzate dall’esecutore; in altre parole, non diminuire il volume nel corso di un fortissimo (ff) e non aumentarlo durante un pianissimo (pp).
La compiutezza di un ascolto riferito ad un genere musicale colto, infine, nel cui alto novero questi due Cd pure si collocano, sarà tale soltanto se si utilizzano copie autentiche, originali, ripudiando, per mille motivi, anche quelli concernenti i principi etici, quelle spurie, che offendono l’esecutore e danneggiano oltremodo gli autori dei brani contenuti nell’opera discografica. Grazie e… Buon Ascolto.
03: CIRIBIRIBIN, di Alberto Pestalozza (1851-1934) Il celeberrimo brano, a suo tempo portato alla ribalta mondiale dal film Columbia “ONE NIGHT OF LOVE” (Una notte d’amore), è qui proposto in versione hot novellette, elaborato dallo stesso interprete di questo disco, che lo eseguì per la prima volta alla Rai nella trasmissione televisiva Voci e volti della fortuna, imperniata sulla popolare Lotteria di Capodanno. ottenendo un gran successo. La casa editrice Carisch di Milano, proprietaria dell’originale, volle pubblicare questa versione e diffonderla in tutto il mondo. (2,27)
Track 04: FILEUSE di Adamo Volpi (1901-1980). Si tratta di un brano bellissimo, scritto dall’Autore del più popolare Preludio op. 31, nel periodo in cui la fisarmonica attraversava un momento di particolare splendore creativo da parte dei compositori e degli esecutori. Si ascolti questa musica meravigliosa con particolare concentrazione, badando a che nessuna nota sfugga all’organo uditivo. (3,38)
Track 05: ARGENTO VIVO, di Pietro Deiro (1888-1954). Questo brano, corruscante in ogni sua parte, sembra essere l’espressione apodittica dello stile hot novellette, tanto caro ai grandi fisarmonicisti italo-americani degli anni cinquanta e sessanta. Salvatore Pili lo propone con un’esecuzione tutta personale, accurata e coinvolgente, sia per l’elegante virtuosismo e sia per le soluzioni interpretative espresse. (2,50)
Track 06: SANGUE TZIGANO, di Vittorio Malocchi (1900-1967). Questa composizione, una Czarda di stile tipicamente zingaresco, è, quanto a caratteristiche tecniche ed espressive, tra le più belle realizzazioni di musica tzigana scritte per fisarmonica sola. Un ascolto attento e reiterato premierà di certo gli appassionati più esigenti. (2.53)
Track 07: TICO-TICO, di Zequinha Abreu (1880-1935).
I brani molto popolari, e questo lo è, incutono spesso un po’ di soggezione, quando non addirittura panico nei concertisti più scrupolosi, non tanto per le difficoltà intrinseche che possono esserci dal punto di vista tecnico, quanto perché, essendo stati eseguiti da fisarmonicisti bravissimi, da altri bravi e, soprattutto, da coraggiosi dilettanti, gli appassionati fruitori sono diventati un poco scettici, quando non addirittura diffidenti, e sono portati, istintivamente, ad accogliere queste musiche con un’attenzione villereccia piuttosto che concertistica. Da qui la domanda che il maestro si è posto: “Caro Pili, o riesci a proporre qualcosa di veramente nuovo, oppure rinuncia a questo pezzo!”. Ci sarà riuscito? (2,39)
Track 08: DARK EYES (Occhi neri). Questo motivo popolare russo, al pari dell’italiano Carnevale di Venezia, è, probabilmente, quello che ha avuto il maggior numero di elaborazioni ed interpretazioni da parte dei fisarmonicisti. E’ stato, come si dice, cucinato in tutte le salse, dallo Jazz sublime di Art Van Damme a quello concertistico qui proposto, elaborato con particolare maestria dal grande fisarmonicista italo-americano Charles Magnante, sicuramente tra i più abili trascrittori di musiche da concerto per fisarmonica. Auspicabile, pertanto, un ascolto attento e critico al tempo stesso, sia per quanto concerne la creatività espressa dal maestro Magnante e sia per l’interpretazione di Salvatore Pili. (3,50)
Track 09: VALSE CHROMATIQUE, di Pietro Frosini (1885-1951). Appena giunto, or sono parechi anni, nel complesso minerario del Sulcis, nel sud ovest della Sardegna meridionale (Il racconto completo di quest’episodio curioso lo troverai nel libro autobiografico “UN ANGELO PER AMICO” [Storia di uno che non si è voluto arrendere], di imminente pubblicazione), Salvatore Pili, allora ragazzino di poco più di dieci anni, ascolta con ammirazione un fisarmonicista un po’ bizzarro, che aveva fatto della scala cromatica il suo cavallo di battaglia. Forse sapeva suonar bene pochissime altre cose, ma in questa scala veramente eccelleva. I saliscendi veloci che l’estroso fisarmonicista faceva su quella serqua di note semitonate lo affascinarono, e si convinse, visto anche il successo che questi riscuoteva, che per essere bravi con la fisarmonica bisognava sapersi trastullare acrobaticamente su questa particolare scala. Memore di ciò, poteva non tornare ragazzino e cimentarsi nel brano Valse cromatique, brillante composizione del maestro italo-americano, che servendosi della scala cromatica veramente ne combina di tutti i solori? (2.58)
Track 10: TOCCATA, di Pietro Domenico Paradisi (1707-1791). Questo meraviglioso brano clavicembalistico, reso popolare dai famosi intervalli televisivi negli anni sessanta e settanta, si colloca in quel filone di esperienze fisarmonicistiche già accennate nella Track 01 riguardante Domenico Scarlatti.
Track 11: GUITAR BOOGIE, di Arthur Smith (1866-1939). Se curiosate su internet, troverete decine di interpretazioni di questo brano, eseguite con la chitarra, soprattutto quella elettrica, anche dallo stesso autore, ma difficilmente scoprirete una versione fisarmonicistica. Salvatore Pili ama i forti contrasti, ovviamente musicali, e anche per questo qui lo propone. (2,21)
Track 12: ASTURIAS (Leyenda), di Isaac Albeniz (1860-1909). Questa composizione, la quinta delle Suite Espagnole scritte dall’Autore, è certamente la più popolare dell’intera serie. Originale per pianoforte, molto deve del suo successo alla chitarra classica. Numerosi chitarristi, infatti, dal grande Segovia al meno conosciuto, se ne sono, per così dire, appropriati, facendosela loro; un po’ com’è successo alla fisarmonica con la Celebre mazurca variata di Augusto Migliavacca che, scritta per un Trio d’archi, è invece pervenuta al successo grazie alla fisarmonica.
La composizione del maestro spagnolo è qui proposta con un arrangiamento particolare. Le linee guida indicate dall’Autore e le peculiarità tecniche ed espressive della fisarmonica hanno trovato un equilibrio pressoché perfetto, quasi si trattasse di un brano originale scritto per il popolare strumento, ancorché sia lecito supporre che Albeniz, scrivendolo, non abbia pensato né alla fisarmonica e neppure alla chitarra. (5,02)
Track 13: L’ALLEGRO POSTIGLIONE, di Carlo Morbidelli. L’approccio al brano di Morbidelli è straordinariamente semplice, ma è interessante lo sviluppo successivo, prima con una serqua di terzine acrobatiche, che molto divertono sia chi le suona e sia chi le ascolta, poi con una sorta di flash jazzistico, pure di straordinaria efficacia. (2.01)
Traspaiono da questa esemplare musica descrittiva l’ammirevole tecnica e ironia di Saint Saens, tecnica e ironia che Charles Magnante è riuscito, attraverso un’esauriente ed efficace sintesi, a trasporre per la fisarmonica in maniera mirabile, mentre una brevissima introduzione inserita dall’esecutore mediante un cupo suono di campane, ne completano l’ambientazione. (4,26)
Track 16: PRESTO, di Baldassarre Galuppi (1706-1785). Altro grande clavicembalista. A proposito delle ricerche fisarmonicistiche fatte da Salvatore Pili su questo genere musicale, vale quanto detto a proposito di Scarlatti e Paradisi. Da aggiungere che la trascrizione qui proposta è opera di Gervasio Marcosignori, altro grande musicista che, forse come nessun altro, ha contribuito alla sublimazione della fisarmonica classica nel mondo. (4,46)
Track 17: ACQUARELLI CUBANI (Impressioni di Rumba), di Luciano Fancelli (1928-1853). Questa è la più celebre composizione del grande fisarmonicista ternano, ed è anche quella più eseguita in assoluto. Scomparso prematuramente nel 1953, a soli 25 anni, Fancelli esprime qui un concetto assolutamente nuovo della fisarmonica, mentre una padronanza tecnica ed espressiva di livello superiore fa sì che il brano stesso sia annoverato tra i capolavori più autentici della letteratura fisarmonicistica moderna. Restare insensibile all’ascolto di questa mirabile composizione, è veramente difficile. (4,03)
Track 18: SERENATA A FATMA, di Francesco Ferrari (1915-1964). Oltre ad essere stato uno tra i più popolari direttori d’orchestra che la Rai annoverava negli anni cinquanta e sessanta, protagonista, insieme all’altrettanto famoso maestro Cinico Angelini, in numerosi Festival della canzone italiana di Sanremo, Francesco Ferrari, pur essendo diplomato in violino, era anche un eccellente fisarmonicista, e tante sono le composizioni che ci ha lasciato per questo strumento. Il brano qui proposto, Serenata a Fatma, è certamente tra i più belli che egli abbia dedicato alla fisarmonica. E’ pregno, questo pezzo, di uno stile jazzistico straordinariamente elegante e personalissimo. L’interpretazione qui proposta, poi, è certamente proporzionata alla raffinatezza del brano. (2.52)
TRACK 19: MINIATURA, di Luigi Lanaro (1911-1976). Nelle rimembranze letterarie di Salvatore Pili, il maestro Lanaro è presente, nel libro UN ANGELO PER AMICO, dalla fine della seconda parte fino a tutta la quinta (il libro consta di cinque parti, articolate in 372 pagine), e questo dà l’esatta misura di quanto intensi e proficui sono stati i rapporti affettivi e musicali tra i due. Il maestro Lanaro, oltre che il suo più importante insegnante, è stato per Salvatore Pili anche uno straordinario maestro di vita. Tra i numerosi brani che egli ha scritto per la fisarmonica, Miniatura è probabilmente il più bello in assoluto. Memore anche dei suggerimenti che il maestro gli dava durante il periodo di studio a Roma (“Il fff della pagina tre è un grido di disperazione e di speranza al tempo stesso da parte della creatura umana, e come tale va interpretato!”), e con una predisposizione spirituale intensa, è probabile che Salvatore Pili sia qui riuscito ad esprimere una tra le interpretazioni più aderenti alle peculiarità intrinseche desiderate dal grande maestro. (3,02)
Track 20: FESTIVAL FANTASY (Theme e Variations), di Adamo Volpi. Considerato il più popolare autore di pezzi originali per fisarmonica italiano, il maestro Volpi ha scritto questo brano quale pezzo d’obbligo del 1° Trofeo Mondiale della Fisarmonica, organizzato a Londra nel novembre del 1951 dalla Britsh Association of Accordeonists.
Il brano si articola con l’esposizione di un Tema specifico e ben definito, a cui fanno seguito cinque distinte e tecnicamente contrastanti variazioni. Questa composizione volpiana è piuttosto difficile, per chi la esegue, soprattutto, ma anche per chi l’ascolta. E’ pertanto consigliabile, al fine di meglio cogliere poi la straordinaria bellezza delle singole variazioni, ascoltare più volte il solo Tema, e, dopo averlo ben compreso e assimilato, lasciarsi trasportare dalle miriade di note pregne di luce siderale, straordinariamente messe bene insieme dal maestro Volpi. (7,26)
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