giovedì 13 ottobre 2016

SARDINIA Simphony

SARDINIA Simphony


Un ”sogno” musicale durato oltre trent’anni
Lo dico per me stesso, a bassa voce, altrimenti qualcuno, oltre a non crederci, potrebbe anche considerarmi un musicista guitto, incapace di concretare in tempi ragionevoli un lavoro, sia pure musicalmente impegnativo. Tuttavia, ci si creda oppure no, Sardinia Simphony è veramente il risultato di un “sogno” vagheggiato per più di trent’anni, forse addirittura quaranta.
Tutto successe in occasione di un concerto popolare in piazza tenuto dalla Fisorchestra del Centro Musicale di Cagliari, da  me diretta, in una ridente cittadina del basso Sulcis, San Giovanni Suergiu, dove, presente un pubblico di circa diecimila persone, per la prima volta decisi di proporre un Ballo Sardo un po’ fuori le righe, vuoi perché eseguito da un complesso di quaranta elementi vuoi perché presentava  una danza non finalizzata al ballo ma semplicemente all’ascolto.

martedì 13 settembre 2016

Salviamo la Sardegna dal fuoco

Perché in Sardegna ogni anno bruciano migliaia di ettari di bosco?

Bella domanda, dirà qualcuno, e a ragione giacché gli organi istituzionali preposti spendono ogni estate una fiumana di milioni di euro senza riuscire né ad attenuarlo, il pernicioso fenomeno, né, tanto meno, a debellarlo.
Chi ha memoria storica dell'ambiente agro-pastorale vigente nell’immediato Dopoguerra (e anche durante), quando le campagne di tutto il territorio sardo erano coltivate e popolate e l’abbruciamento delle campagne rappresentava una consuetudine invalsa, non può che restare sbigottito al cospetto del fenomeno incendiario cui oggi si assiste impotenti.
I contadini, mercé un pragmatismo sobriamente istintivo, senza che dovessero chiedere benestare a chicchessia, appiccavano il fuoco ai rispettivi terreni per debbiarli e predisporli per le coltivazioni della stagione successiva. Ciononostante non si vivevano situazioni di drammaticità tali da poter essere raffrontate alle calamità che accadono puntualmente ora.
Quando capitava, e purtroppo succedeva, che qualche operazione di abbruciamento andasse fuori controllo, si diceva “su fogu fuiu”, anzitutto si sapeva chi lo aveva causato e poi, in ogni caso, i danni erano relativi. I controlli, infatti, in modo del tutto spontanei, erano pressoché generalizzati giacché i proprietari dei terreni confinanti adempivano le stesse incombenze attenuando i danni, mentre il territorio sardo era comunemente rappresentato come una sorta di giardino fiorito.

Il Postino suona due volte



LA POSTA DEL MAESTRO PILI

E-MAIL: pili_salvatore@tiscali.it

Questa rubrica di corrispondenza sostituisce quella cartacea solitamente pubblicata nel notiziario "MUSICA NOTIZIE", che verrà perciò soppressa.

Chi avesse delle domande da proporre può inviare tramite E-MAIL la propria richiesta e riscontrare poi la risposta su questa pagina. La rubrica conterrà uno o due argomenti per volta, e avrà una frequenza mensile. 

LA DIFFICILE STRADA DEL SUCCESSO

Oltre a essere un "virtuoso", quale altra caratteristica puo' distinguere un vero fisarmonicista?
Gianmario Picchi,  Pescara
  
Certamente una delle caratteristiche maggiormente distintive di un fisarmonicista, e di qualsiasi altro strumentista professionista: pianista, organista, chitarrista... è quella di non essere semplicemente un "suonatore", sia pure bravo, del proprio strumento, ma un vero "musicista", che è altra cosa.
Spesso, soprattutto da giovanissimi (ero così anch'io quando avevo 14/16 anni, e ancora ne provo un po' vergogna) si è pervasi di spettacolarità virtuosistica: correre, correre e ancora correre, così da "incantare" il pubblico, ovviamente quello non sufficientemente abilitato, di poche pretese.
Ore e ore di esercitazioni massacranti con scale, arpeggi, Hanon, Czerny... (pure necessarie); ma anche altri accorgimenti intesi a migliorare la velocità delle dita non mancano nella "storia" del virtuosismo.
Note le fisime di Schumann, che con l'intento di "rinforzare" il  dito anulare, senza preoccuparsi di individuare le cause (fisiche) per cui questo dito è più debole degli altri, legò un "peso" con uno spago e lo fece passare su una trave del soffitto della mansarda legandoci poi il dito negletto ed esercitandolo al sollevamento pesi. Il risultato fu catastrofico: una lesione permanente che lo costrinse a rinunciare per sempre al concertismo strumentale. Fatto, questo, non del tutto dannoso per la musica, giacché Schumann è poi diventato quel grande compositore che tutti conosciamo.
"Il Signore, talvolta, sembra indicarci strade sbagliate, ma in realtà è per indirizzarci su quella giusta". 
Ecco perciò che oltre a una tecnica raffinata, un concertista dev'essere "equipaggiato" di requisiti che vanno oltre il virtuosismo spettacolare, ammaliante fin che si vuole ma pur sempre non sufficiente per essere un vero musicista: strumento complementare, armonia, composizione, musica d'insieme... e altro eventuale sono prerogative indispensabili. Altrettanto imprescindibile è una cultura generale adeguata:  una maturità liceale, o titolo equipollente, ad esempio, non è troppa!
Esemplare testimonianza, a tal proposito, le "prove d'orchestra", sia di genere  sinfonico  o sinfonico-lirico, che Riccardo Muti, con tanto di pubblico in sala, tiene di frequente, solitamente con l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, per RAI 5, una delle reti culturali della della TV di Stato.