lunedì 5 ottobre 2015

CURIOSITA' E PARADOSSI

CURIOSITA' E PARADOSSI

Stando a delle ricerche effettuate in America da un gruppo di psicologi, i musicisti, per quanto può sembrare strano e paradossale, sono quelli che vanno meno ai concerti, soprattutto a quelle manifestazioni laddove sono protagonisti colleghi specifici: pianisti, cantanti lirici, direttori d’orchestra e strumentisti in genere.
Questo particolare, sempre a detta degli studiosi americani, è riconducibile a due precise motivazioni.  
La prima è di carattere psicologico. Essendo per tante ore del giorno immerso nel mondo dei suoni, sia si tratti di studio o di attività professionale, il musicista sente, ad un tratto, un bisogno assoluto di “cambiare aria”: non ai concerti va perciò la sera, ma a luoghi dove la musica sia assente, o perlomeno non sia prevalente e lo lasci libero.
Il secondo motivo è più complesso, giacché investe la sfera dei sentimenti più soggettivi, in altre parole, il musicista è un po’ geloso: se un collega è più bravo di lui sa di restarci male (pare fosse così anche Arturo Benedetti Michelangeli, che ai concerti dei colleghi preferiva mandarci la moglie per poi farsi ragguagliare da lei), se invece è mediocre, soffre per le torture che le sono propinate dalle ‘stecche’ del collega (i critici più esigenti affermano che anche Valentino Liberace, l’estroso pianista italo americano, osannato soprattutto dalle donne di una certa età, fosse uno di questi…torturatore di grandi solisti).
Ascoltare tutti, bravi e meno bravi, tuttavia, può essere in ogni caso utile. Dal confronto s’insegna e s’impara sempre qualcosa. Si ascolti, perciò, e soprattutto s’incoraggi, anche i meno bravi, magari escludendo quelli che invece sono convinti, beati loro, di esserlo  ma non lo sono.


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