Puntuali e precisi come un Rolex,
anche quest’anno, direi quanto mai, eccoli, l’attacco e la difesa, intenti
come sempre a cimentarsi in una sorta di guerra cruenta: i primi per
distruggere con l’arma degli incendi, i secondi per cercare arginare le
devastazioni e salvare quantomeno il salvabile.
E’, purtroppo, un rituale che si ripete,
ogni sant’estate, tanto da sembrare che non esistano rimedi adeguati per risolverlo.
All’attacco,
vale a dire ai piromani senza
scrupoli, cinici oltre ogni limite di umana intelligenza, basta un fiammifero
per devastare territori sconfinati, mentre ai secondi, la difesa, cioè alle istituzioni (politico-amministrative) preposte,
non sono sufficienti i potenti mezzi tecnici e finanziari di cui dispongono,
neppure per arginare il fenomeno e limitarne le conseguenze.
Non sono da meno, quanto a scarsa attitudine propositiva, giornali e televisioni.
Si ha la sensazione che ognuno di questi importanti mass-media svolga
un ruolo squisitamente notarile, certamente utile per
l’informazione ma incongruente ai fini della soluzione del problema.
E i cittadini? Non, beninteso, quelli che,
affetti da sindromi luciferine, si dilettano ad accendere
mozziconi e favorire le devastazioni. Non quelli, dicevo.
Intendevo
quelli veri, vale a dire il 99,99% dei sardi, che tanto hanno a cuore il bene
della propria terra.
Non sono
certamente pochi, tra questi, coloro che, pur senza essere “tecnici” o “esperti
consulenti”, onorevoli o funzionari, tanto meno, e
neppure direttori responsabili di giornali e telegiornali, avrebbero tuttavia
qualcosa da dire e da suggerire.
Il Cittadino, però, checché dicano o pensino, magari
con le più nobili intenzioni, i diretti interessati, conta poco o niente, tanto
che la sensazione percepita dai più è di sentirsi esortati a stare sereni: “A
spegnere gli incendi pensiamo noi", sembra ci vogliano dire.
"Con la professionalità che ci ritroviamo e con i potenti mezzi
tecnici e finanziari di cui disponiamo, non ci servono contributi esterni”.
Gli incendiari,
però, continuano a imperversare e a distruggere.
Io, ad esempio, da quell’ingenuo incorreggibile quale sono, andando contro tali preconcetti, ho tuttavia provato a fare questa esperienza propositiva, memore anche delle “confidenziali disponibilità” che i politici solitamente manifestano soprattutto in periodo elettorale, quando, per dirla con l'indimenticabile "dottor Pasquano", il simpatico medico legale del commissario Montalbano, ti lusingano talmente fino quasi a “romperti i cabasisi”.
(Addio all'attore Marcello Perracchio,
indimenticabile dottor Pasquano,
l'acutissimo e indolente medico legale del Commissario Montalbano venuto a
mancare nei giorni scorsi all’età di 79 anni - 29 lug 2017- www.rainews.it).
Anche il dottor
Tullio Del Sette, comandante generale dei carabinieri, a proposito del fenomeno
incendiario in atto anche in campo nazionale, ai Tg della sera del 15 luglio
scorso ha esplicitamente dichiarato: "Siamo particolarmente attenti alle critiche e
ai suggerimenti dei cittadini che ci aiutano a migliorare i nostri
servizi".
E' anche in tale ottica, infatti, che ho
messo sulla carta una sorta di progetto che,
nella mia spontaneità, pensavo di rendermi utile e di suggerire, a chi compete,
una possibile soluzione dell’incognita incendi.
Non solo, la mia
“innocenza” era, e purtroppo lo è ancora, tale da supporre che la
pianificazione proposta - basata soprattutto sulla prevenzione -
oltre ai possibili effetti risolutori delle problematiche incendiarie, potesse
contemplare anche l’eventualità di eliminare, sia pure limitatamente al periodo
cosiddetto “campagna antincendio” (solitamente dal primo giugno al cinque di novembre) la pressoché totale piaga della disoccupazione in Sardegna.
Ho badato,
ovviamente “a spese proprie”, a ufficializzare le mie idee progettuali
in un elegante opuscolo (circa trenta paginette) interamente a colori,
supponendo che anche il fattore estetico fosse un mezzo utile per favorirne il
più giusto accoglimento, perlomeno formale, da parte degli interessati.
L’ho poi
inviato, supportato anche dall’omaggio del mio libro “A TUTTO CAMPO 2.0”,
un’opera che, socialmente e politicamente intesa, è pure molto propositiva,
tramite posta raccomandata (quanto, costa, cari amici, il candore della
semplicità!) alle personalità di maggiore interesse: Presidenti, Assessori,
Sindaci, Direttori di giornali e telegiornali… e altri ancora.
Quali sono stati i risultati?
Andando in
deroga alle norme più comuni esistenti fra tutte le creature del mondo, vale a
dire ricambiare le altrui interlocuzioni, non mi hanno neppure
risposto.
Senza voler fare
accostamenti di alcun genere con Guglielmo Marconi, che sarebbero perfino
irriguardosi, mi è tuttavia di consolazione il fatto che anche il grande
scienziato ha avuto a suo tempo analogo trattamento, anche peggiore:
Prevedendo l'occorrenza di capitali per proseguire negli
esperimenti, Marconi scrisse al ministero delle Poste e Telegrafi, al tempo guidato
dall'on. Pietro Lacava,
illustrando l'invenzione del telegrafo senza fili e chiedendo finanziamenti. La
lettera non ebbe risposta e venne liquidata dal ministro con la scritta «alla
Longara», intendendo il manicomio di via della Lungara a Roma.[12].
“Riprodotto” dal Blog:
Salvatorepili.blogspot.it, per quanti volessero prenderne atto ed eventualmente
arricchirlo con esperienze diverse, si propone, a seguire, il link "Salviamo la Sardegna dal fuoco" contenente
un ampio stralcio del progetto in questione.
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