martedì 1 agosto 2017

Perché la Sardegna brucia?

La piaga degli incendi in Sardegna


Puntuali e precisi come un Rolex, anche quest’anno, direi quanto mai, eccoli, l’attacco e la difesa, intenti come sempre a cimentarsi in una sorta di guerra cruenta: i primi per distruggere con l’arma degli incendi, i secondi per cercare arginare le devastazioni e salvare quantomeno il salvabile.
E’, purtroppo, un rituale che si ripete, ogni sant’estate, tanto da sembrare che non esistano rimedi adeguati per risolverlo.
All’attacco, vale a dire ai piromani senza scrupoli, cinici oltre ogni limite di umana intelligenza, basta un fiammifero per devastare territori sconfinati, mentre ai secondi, la difesa, cioè alle istituzioni (politico-amministrative) preposte, non sono sufficienti i potenti mezzi tecnici e finanziari di cui dispongono, neppure per arginare il fenomeno e limitarne le conseguenze.
Non sono da meno, quanto a scarsa attitudine propositiva, giornali e televisioni. Si ha la sensazione che ognuno di questi importanti mass-media svolga un ruolo squisitamente notarile, certamente utile per l’informazione ma incongruente ai fini della soluzione del problema.

E i cittadini? Non, beninteso, quelli che, affetti da sindromi luciferine, si dilettano ad accendere mozziconi e favorire le devastazioni. Non quelli, dicevo.
Intendevo quelli veri, vale a dire il 99,99% dei sardi, che tanto hanno a cuore il bene della propria terra.
Non sono certamente pochi, tra questi, coloro che, pur senza essere “tecnici” o “esperti consulenti”, onorevoli o funzionari, tanto meno, e neppure direttori responsabili di giornali e telegiornali, avrebbero tuttavia qualcosa da dire e da suggerire.
Il Cittadino, però, checché dicano o pensino, magari con le più nobili intenzioni, i diretti interessati, conta poco o niente, tanto che la sensazione percepita dai più è di sentirsi esortati a stare sereni“A spegnere gli incendi pensiamo noi", sembra ci vogliano dire.  "Con la professionalità che ci ritroviamo e con i potenti mezzi tecnici e finanziari di cui disponiamo, non ci servono contributi esterni”.  
Gli incendiari, però, continuano a imperversare e a distruggere.

Io, ad esempio
, da quell’ingenuo incorreggibile quale sono, andando contro tali preconcetti, ho tuttavia provato a fare questa esperienza propositiva, memore anche delle “confidenziali disponibilità” che i politici solitamente manifestano soprattutto in periodo elettorale, quando, per dirla con l'indimenticabile "dottor Pasquano", il simpatico medico legale del commissario Montalbano, ti lusingano talmente fino quasi a “romperti i cabasisi”

(Addio all'attore Marcello Perracchio, indimenticabile dottor Pasquano, l'acutissimo e indolente medico legale del Commissario Montalbano venuto a mancare nei giorni scorsi all’età di 79 anni - 29 lug 2017www.rainews.it).

Anche il dottor Tullio Del Sette, comandante generale dei carabinieri, a proposito del fenomeno incendiario in atto anche in campo nazionale, ai Tg della sera del 15 luglio scorso ha esplicitamente dichiarato: "Siamo particolarmente attenti alle critiche e ai suggerimenti dei cittadini che ci aiutano a migliorare i nostri servizi".

E' anche in tale ottica, infatti, che ho messo sulla carta una sorta di progetto che, nella mia spontaneità, pensavo di rendermi utile e di suggerire, a chi compete, una possibile soluzione dell’incognita incendi.
Non solo, la mia “innocenza” era, e purtroppo lo è ancora, tale da supporre che la pianificazione proposta - basata soprattutto sulla prevenzione - oltre ai possibili effetti risolutori delle problematiche incendiarie, potesse contemplare anche l’eventualità di eliminare, sia pure limitatamente al periodo cosiddetto “campagna antincendio” (solitamente dal primo giugno al cinque di novembre) la pressoché totale piaga della disoccupazione in Sardegna.
Ho badato, ovviamente “a spese proprie”, a ufficializzare le mie idee progettuali in un elegante opuscolo (circa trenta paginette) interamente a colori, supponendo che anche il fattore estetico fosse un mezzo utile per favorirne il più giusto accoglimento, perlomeno formale, da parte degli interessati.
L’ho poi inviato, supportato anche dall’omaggio del mio libro “A TUTTO CAMPO 2.0”, un’opera che, socialmente e politicamente intesa, è pure molto propositiva, tramite posta raccomandata (quanto, costa, cari amici, il candore della semplicità!) alle personalità di maggiore interesse: Presidenti, Assessori, Sindaci, Direttori di giornali e telegiornali… e altri ancora.

Quali sono stati i risultati?
Andando in deroga alle norme più comuni esistenti fra tutte le creature del mondo, vale a dire ricambiare le altrui interlocuzioni, non mi hanno neppure risposto.
Senza voler fare accostamenti di alcun genere con Guglielmo Marconi, che sarebbero perfino irriguardosi, mi è tuttavia di consolazione il fatto che anche il grande scienziato ha avuto a suo tempo analogo trattamento, anche peggiore:

Il brevetto[modifica | modifica wikitesto]
Prevedendo l'occorrenza di capitali per proseguire negli esperimenti, Marconi scrisse al ministero delle Poste e Telegrafi, al tempo guidato dall'on. Pietro Lacava, illustrando l'invenzione del telegrafo senza fili e chiedendo finanziamenti. La lettera non ebbe risposta e venne liquidata dal ministro con la scritta «alla Longara», intendendo il manicomio di via della Lungara a Roma.[12].


“Riprodotto” dal Blog: Salvatorepili.blogspot.it, per quanti volessero prenderne atto ed eventualmente arricchirlo con esperienze diverse, si propone, a seguire, il link  "Salviamo la Sardegna dal fuoco" contenente un ampio stralcio del progetto in questione.


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