venerdì 25 agosto 2017

Lo ius soli?... Occorre prudenza, molta prudenza!

MAGISTRALE
Toni Capuozzo: "Il terrorismo non c'entra con l'islam? Tutto sbagliato. E sullo ius soli vi dico che..."
23 Agosto 2017 Libero


"Ho sempre detto che con il crollo dello Stato islamico avremmo avuto un'armata di zombie in giro per il mondo. Era ampiamente prevedibile. Ormai è quasi impossibile raggiungere il Califfato e chi vuole combattere nel suo nome o per il proprio paradiso deve agire in Europa". 

Così Toni Capuozzo, in un'intervista a Il Giornale in cui non si mostra stupito da ciò che sta accadendo. Sulla strage di Barcellona, semmai, aggiunge che "l'elemento nuovo è che nessuno parla più di lupi solitari o persone instabili, in questo caso parliamo di una cellula di 12 uomini".
Dunque, parole nette e chiarissime a chi sostiene che l'islam non c'entri. "Il solo elemento è la religione - taglia corto l'inviato di guerra. 

L'unica loro integrazione era quella dei consumi: l'aperitivo, la moto, i jeans. Non c'era l'integrazione ai valori, alla democrazia", afferma riferendosi alla cellula di Barcellona. E ancora: "In questo deserto che è l'Europa loro hanno colto l'opportunità del lavoro, del consumo, ma non i veri valori. E hanno riscoperto la mitologia del fondamentalismo, dove il martire non guadagna il paradiso solo per se stesso ma anche per i suoi parenti".

Dunque, altre bordate contro la politica e l'Europa che, di fronte a decine di attentati, sembra far finta di nulla.
"Non è inconsapevolezza - sottolinea -, è la reazione di chi sta in una torre d'avorio. 
I terroristi non colpiscono le istituzioni, i premier, i parlamentari, ma la gente comune.
E le reazioni dei cittadini obbligano i politici a delle dichiarazioni rituali".(*) Non si sentono minacciati, insomma. "Si sentono minacciati solo dal punto di vista della presa elettorale", aggiunge Capuozzo.

Dal terrorismo, si passa poi all'immigrazione. All'attualità politica. Allo ius soli e a chi, dopo l'attentato di Barcellona, in Italia è tornato a rivendicarlo. "C'è un intellighentia che pensa per prima cosa al multiculturalismo e ai pericoli che potrebbero correre.

A Barcellone – continua Capuozzo - hanno colpito una città multiculturale, aperta, antirazzista e c'è chi crede che sia questo il valore da difendere e non la sicurezza
Quindi una reazione politica". No allo ius soli, dunque. Messaggio chiarissimo per chi, come Gentiloni e Papa Francesco, è tornato ad invocarlo.

(*) Riflessioni personali: Ecco la ragione per cui, con una buona dose d'ipocrisia, questi signori s'impossessano dei microfoni dei telegiornali per dichiarare, con voce stentorea come se volessero "spaventare" i terroristi: "NOI NON ABBIAMO PAURA!".
Peggiore ancora è che pretendono di parlare in nome di chi a queste tragedie è invece effettivamente esposto, vale a dire la gente comune, il Popolo che lavora, l'Uomo della strada. 

Sembra di sentire Totò quando, nelle vesti di Totòkamen, nel film Totò contro Maciste del 1962, esortava il "suo" Popolo, il popolo di Tebe, ad andare alla guerra e combattere fino alla morte, con la frase: "Armiamoci e partite!

domenica 20 agosto 2017

A proposito degli incendi in Sardegna

SOGNI e REALTA’…ma il dialogo è utile e opportuno in ogni caso.
Un commento del professor DEDOLA
Il professor Salvatore Dedola in una delle sue autorevoli conferenze sulla cultura sarda


Salvatore Pili‎ a Salvatore Dedola
INVITO ALLA LETTURA
Dopo lo straordinario successo del Post “700fisarmoniche in concerto” del mese di luglio, che finora è stato letto da oltre mille persone, e così pure “Grazie di esserci”, il simpatico video realizzato da Facebook, l’editoriale di questo mese, Agosto 2017, tratta nuovamente problematiche sociali.
“Perché la Sardegna brucia?” - Sulla finestra Facebook di “SALVATORE PILI” (e sul BLOG: salvatorepili.blogspot.it.) è stato appena pubblicato un progetto riguardante l’annoso problema degli incendi in Sardegna, che merita, se vuoi, anche il tuo contributo. Grazie.
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Commenti
Salvatore Dedola
Se potessi dare un serio contributo per la fine dei roghi, qualcosa che però sia determinante e definitivo, mi immolerei su un rogo. Lo giuro. Ma so che anche un gesto estremo da vittima sacrificale sarebbe inutile. Infatti le statistiche ufficiali (OMS, etc.) dicono che 1/4 della popolazione è pazza, uscita dall'utero con qualche deformazione o con fortissime asocialità. Poiché i pazzi sono PALLE DI PIOMBO che ci trascineremo come LUTTO MONDIALE per l'eternità, in Sardegna i roghi continueranno per l'eternità. Vai tu a scovare un pazzo! Mica è facile! I pazzi s'annidano dovunque, sono come i batteri, i quali s'annidano nel nostro corpo, metà dei quali giovevoli alla salute, metà nocivi. Basta un nulla, e con sgomento scopri d'avere la broncopolmonite. Ed è inutile che tu vada a strillare che non hai fatto nulla per beccartela. Te la becchi, e basta.
 

Salvatore Pili
Nell’ascoltarla nelle sue conferenze, come faccio spesso in YouTube, o leggerla, come anche in questo caso, Caro Professore, io devo soltanto seguirla attentamente e apprendere.
La sua diagnosi è certamente concreta e inconfutabile.
Sono anche dell’avviso, però, che se ci abbandoniamo all’inerzia, o anche a un fideismo esclusivamente contemplativo, il “virus”, che magari è in stato di endemia socio politica non ancora del tutto generalizzata, potrebbe addirittura andare in metastasi e la situazione peggiorerebbe viepiù.
Da quell’umile musicista che mi sforzo di essere, poi, senza tuttavia ignorare le palle di piombo, sono anche esposto (purtroppo?) a vagabondaggi di origini oniriche: “Sognate sempre, perché a furia di sognare i sogni diventano realtà”, suggeriva Maria Lai.
Sono molto lieto dell’incontro, mentre la prego di gradire tanti cordialissimi saluti.
(Salvatore Pili)
PS. Mi consente di pubblicare “in prima pagina” questa nostra conversazione?

  
Salvatore Dedola
Pubblichi pure. Penso che l'incontro tra un glottologo e un musicista debba essere per forza foriero di belle cose.

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Sigh
Grrr
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martedì 1 agosto 2017

Perché la Sardegna brucia?

La piaga degli incendi in Sardegna


Puntuali e precisi come un Rolex, anche quest’anno, direi quanto mai, eccoli, l’attacco e la difesa, intenti come sempre a cimentarsi in una sorta di guerra cruenta: i primi per distruggere con l’arma degli incendi, i secondi per cercare arginare le devastazioni e salvare quantomeno il salvabile.
E’, purtroppo, un rituale che si ripete, ogni sant’estate, tanto da sembrare che non esistano rimedi adeguati per risolverlo.
All’attacco, vale a dire ai piromani senza scrupoli, cinici oltre ogni limite di umana intelligenza, basta un fiammifero per devastare territori sconfinati, mentre ai secondi, la difesa, cioè alle istituzioni (politico-amministrative) preposte, non sono sufficienti i potenti mezzi tecnici e finanziari di cui dispongono, neppure per arginare il fenomeno e limitarne le conseguenze.
Non sono da meno, quanto a scarsa attitudine propositiva, giornali e televisioni. Si ha la sensazione che ognuno di questi importanti mass-media svolga un ruolo squisitamente notarile, certamente utile per l’informazione ma incongruente ai fini della soluzione del problema.

E i cittadini? Non, beninteso, quelli che, affetti da sindromi luciferine, si dilettano ad accendere mozziconi e favorire le devastazioni. Non quelli, dicevo.
Intendevo quelli veri, vale a dire il 99,99% dei sardi, che tanto hanno a cuore il bene della propria terra.
Non sono certamente pochi, tra questi, coloro che, pur senza essere “tecnici” o “esperti consulenti”, onorevoli o funzionari, tanto meno, e neppure direttori responsabili di giornali e telegiornali, avrebbero tuttavia qualcosa da dire e da suggerire.
Il Cittadino, però, checché dicano o pensino, magari con le più nobili intenzioni, i diretti interessati, conta poco o niente, tanto che la sensazione percepita dai più è di sentirsi esortati a stare sereni“A spegnere gli incendi pensiamo noi", sembra ci vogliano dire.  "Con la professionalità che ci ritroviamo e con i potenti mezzi tecnici e finanziari di cui disponiamo, non ci servono contributi esterni”.  
Gli incendiari, però, continuano a imperversare e a distruggere.

Io, ad esempio
, da quell’ingenuo incorreggibile quale sono, andando contro tali preconcetti, ho tuttavia provato a fare questa esperienza propositiva, memore anche delle “confidenziali disponibilità” che i politici solitamente manifestano soprattutto in periodo elettorale, quando, per dirla con l'indimenticabile "dottor Pasquano", il simpatico medico legale del commissario Montalbano, ti lusingano talmente fino quasi a “romperti i cabasisi”

(Addio all'attore Marcello Perracchio, indimenticabile dottor Pasquano, l'acutissimo e indolente medico legale del Commissario Montalbano venuto a mancare nei giorni scorsi all’età di 79 anni - 29 lug 2017www.rainews.it).

Anche il dottor Tullio Del Sette, comandante generale dei carabinieri, a proposito del fenomeno incendiario in atto anche in campo nazionale, ai Tg della sera del 15 luglio scorso ha esplicitamente dichiarato: "Siamo particolarmente attenti alle critiche e ai suggerimenti dei cittadini che ci aiutano a migliorare i nostri servizi".

E' anche in tale ottica, infatti, che ho messo sulla carta una sorta di progetto che, nella mia spontaneità, pensavo di rendermi utile e di suggerire, a chi compete, una possibile soluzione dell’incognita incendi.
Non solo, la mia “innocenza” era, e purtroppo lo è ancora, tale da supporre che la pianificazione proposta - basata soprattutto sulla prevenzione - oltre ai possibili effetti risolutori delle problematiche incendiarie, potesse contemplare anche l’eventualità di eliminare, sia pure limitatamente al periodo cosiddetto “campagna antincendio” (solitamente dal primo giugno al cinque di novembre) la pressoché totale piaga della disoccupazione in Sardegna.
Ho badato, ovviamente “a spese proprie”, a ufficializzare le mie idee progettuali in un elegante opuscolo (circa trenta paginette) interamente a colori, supponendo che anche il fattore estetico fosse un mezzo utile per favorirne il più giusto accoglimento, perlomeno formale, da parte degli interessati.
L’ho poi inviato, supportato anche dall’omaggio del mio libro “A TUTTO CAMPO 2.0”, un’opera che, socialmente e politicamente intesa, è pure molto propositiva, tramite posta raccomandata (quanto, costa, cari amici, il candore della semplicità!) alle personalità di maggiore interesse: Presidenti, Assessori, Sindaci, Direttori di giornali e telegiornali… e altri ancora.

Quali sono stati i risultati?
Andando in deroga alle norme più comuni esistenti fra tutte le creature del mondo, vale a dire ricambiare le altrui interlocuzioni, non mi hanno neppure risposto.
Senza voler fare accostamenti di alcun genere con Guglielmo Marconi, che sarebbero perfino irriguardosi, mi è tuttavia di consolazione il fatto che anche il grande scienziato ha avuto a suo tempo analogo trattamento, anche peggiore:

Il brevetto[modifica | modifica wikitesto]
Prevedendo l'occorrenza di capitali per proseguire negli esperimenti, Marconi scrisse al ministero delle Poste e Telegrafi, al tempo guidato dall'on. Pietro Lacava, illustrando l'invenzione del telegrafo senza fili e chiedendo finanziamenti. La lettera non ebbe risposta e venne liquidata dal ministro con la scritta «alla Longara», intendendo il manicomio di via della Lungara a Roma.[12].


“Riprodotto” dal Blog: Salvatorepili.blogspot.it, per quanti volessero prenderne atto ed eventualmente arricchirlo con esperienze diverse, si propone, a seguire, il link  "Salviamo la Sardegna dal fuoco" contenente un ampio stralcio del progetto in questione.