venerdì 7 giugno 2024

QUANDO CERTE INTERPRETAZIONI  MUSICALI FANNO  DISCUTERE.

L’amico Gabriele Camilletti esprime perplessità sulla mia personale interpretazione del brano “FESTIVAL FANTASY” del maestro Adamo Volpi, brano, questo, estrapolato dal CD “CONCERTO PER FISARMONICA SOLA” e, a seguito di numerosissime richieste, pubblicato recentemente su YouTube.

Ancorché le osservazioni di Camilletti siano frutto di supposizioni del tutto personali e non rispondenti alla realtà, le stesse offrono tuttavia motivi di discussione piuttosto interessanti a cui certamente non mi sottraggo, anzi:




GENTILE GABRIELE CAMILLETTI, anzitutto grazie per l’interesse manifestato nei confronti del brano “Festival Fantasy” del maestro Volpi e da me interpretato.

Fa parte, tale brano, del programma di un progetto discografico portato a compimento nell’ormai lontano 2012, dopo un iter realizzativo durato parecchi anni, circa dodici, e che oggi, stante anche il grande successo ottenuto a suo tempo (migliaia di copie prodotte e diffuse in tutto il mondo), non è più reperibile; altrimenti gliene avrei inviato una in omaggio.

Nell’insieme il CD contemplava 20 meravigliosi brani (altrettanti il suo “gemello” “Fisarmonica e Orchestra”), mentre l’intento era prevalentemente culturale. Tuttavia, “tra le righe”, vi era anche la volontà - ancorché fossi consapevole che il proposito era comunque utopistico - di sensibilizzare le fabbriche di fisarmoniche affinché intensificassero le ricerche sulla possibilità di migliorare la timbrica dello strumento al fine di renderlo maggiormente compatibile con le esigenze conservatoriali, istituzione che allora rifiutava categoricamente la fisarmonica proprio perché la “qualità” delle sue frequenze sonore erano, e purtroppo lo sono ancora, oltremodo “povere” e gli “armonici” conseguenti, oltre che numericamente ridotti, producevano “colori” piuttosto inadeguati e poco conciliabili con quelli cosiddetti classici (se già non lo ha fatto, si ponga anche lei la seguente domanda: “Perché la fisarmonica non fa parte degli organici strumentali delle orchestre sinfoniche e dei complessi cameristici, né, tanto meno, è ospitata nei teatri e nelle sale dove tali formazioni solitamente operano?”).

Da qui la necessità, sollecitata anche da illustri studiosi: Marcosignori, Fugazza, Boccosi, Volpi, Lanaro, Melocchi, Di Cesare e tanti altri, di un raffronto, anche in chiave scientifica, con altre “famiglie” strumentali, soprattutto con quella dei LEGNI: clarino, flauto, oboe, fagotto, dove gli accostamenti timbrici con la fisarmonica sono piuttosto interessanti.

Così anche le mie ricerche relative a quest’opera discografica che tutti, finora, hanno giudicato straordinaria.

Con sovrapposizioni e fusioni timbriche, tecniche, queste, particolarmente sviluppate nella versione CD “Fisarmonica e orchestra”, ottenute anche con l’ausilio di una magnifica fisarmonica elettronica, è stato possibile realizzare uno strumento nuovo, maggiormente rispondente al mio modo di essere musicista.

Certo non è stato facile, tutt’altro, ma i risultati raggiunti - che anche lei, ancorché con una interpretazione del tutto estranea alla realtà, paradossalmente convalida - confermano che la strada da me intrapresa era quella giusta (Mi viene spontaneo, a questo punto, porle un’altra interessante domanda: Quanto da me realizzato le è piaciuto oppure no?).

La mia ricerca, oltre che a non accontentarmi di suonare comunque ma di cercare la perfezione (ammiro molto, a tal proposito, il genio immenso di Glen Gould, che perseguiva tale intento con impegno talvolta addirittura maniacale) era quindi rivolta anche alla realizzazione di una fisarmonica ideale, capace di affrancarsi dalla considerazione villereccia che certe istituzioni musicali, a torto o a ragione, allora le attribuivano.

Avevo a disposizione tre fisarmoniche con caratteristiche timbriche differenti, due tradizionali da concerto, entrambe prive di effetto “musette”, che significa stonatura, e una, quella sopra citata, super elettronica.

Il brano in questione, insieme al più famoso Preludio op. 31, è, a mio avviso, tra i più belli che il maestro Volpi abbia composto per la fisarmonica, ma ha anche, a tratti, delle difficoltà tecniche piuttosto elevate, soprattutto nella prima, terza e quinta variazione.

Al contrario del “Preludio Op. 31”, che quasi sempre, insieme all’altro stupendo brano dello stesso autore, “Fileuse”, facevano parte dei programmi nei miei pubblici concerti, “Festival Fantasy”, invece, pur avendolo studiato per anni e avendone avuto un desiderio particolare per farlo, non l’ho mai proposto in tale contesto. Avevo, nei confronti di questo pezzo, un tale timore reverenziale che mi condizionava, ancorché la voglia di poter un giorno proporre alla moltitudine di amici sparsi nel mondo una mia personale “lettura” di quest’opera meravigliosa restasse quanto mai viva.

E’ stato possibile farlo soltanto in questo contesto discografico, nel mio modesto ma tuttavia fantastico studio di registrazione, dove le possibilità per affrontare difficoltà superiori sono certamente differenti. Lo sosteneva ancora Glen Gould, e io sono con lui: solo in questa sede è possibile estrapolare battute, frasi, periodi e ripeterli più volte, tante quanto necessario per il raggiungimento del risultato desiderato.

In un contesto discografico, poi, o comunque quando ci si espone a un giudizio generale, l’artista dev’essere oltremodo severo con sé stesso e particolarmente attento nel sapersi proporre al grande pubblico: se non si è certi di un’offerta di elevata eccellenza artistica, meglio non renderla oggettiva e “godersela”, da soli, nel salotto della propria dimora.

Per tutto questo, e per altro che la sede cui ci troviamo a disquisire non mi consente di esprimere, il suo perentorio invito “a correggere” non ha motivo di esistere e, ovviamente, non lo prendo minimamente in considerazione. Considero invece una sorta di complimento l’affermazione: “i suoni non sono reali”. E’ ciò desideravo ottenere per ovviare alle carenze di cui sopra.

Quanto da me realizzato in quest’opera discografica, infatti, ben s’identifica con l’intento di suggerire, sia pure con grande umiltà, nuove strade per consentire al nostro strumento di evitare l’ostracismo che certi ambienti musicali ultra conservatori allora le riservavano.

Non conosco e non ho capito (evidentemente sono un gran “testone”) il sistema da lei ipotizzato.  Si pensi che anche per pubblicare un brano su Facebook o YouTube mi devo necessariamente rivolgere ad altri, soprattutto amici, come il maestro Rossano Puddu che, oltre al gran piacere di farmelo, ha, a tal fine, mezzi tecnici adeguati e collaboratori bravissimi.

Desidero anche sottolineare che ricerche di sì elevata complessità, tendenti ad esaltare viepiù le potenzialità del proprio strumento (non solo della fisarmonica) non sono prerogativa esclusiva di Salvatore Pili. Se si volge lo sguardo appena più in alto, infatti, oltre a cogliere un orizzonte più ampio, ci si accorge anche che una moltitudine di studiosi della grande musica nel mondo è impegnata in ricerche di questo e di altro tipo; ma è  ciò che avviene in tutte le altre arti, nelle scienze e nell’intero umano scibile.

Detto questo, la nostra cara e bella fisarmonica resterà quella che è sempre stata, con i suoi pregi e i suoi difetti, come del resto tutti gli altri strumenti musicali esistenti. Questo, però - sia ben chiaro - non impedirà a singoli studiosi di coltivarla e venerarla in virtù di particolari attitudini culturali derivanti da studi ed esperienze acquisite nel tempo e talvolta, perché no? anche congenite.

Concludo informandola che la voglia di conoscerla mi ha indotto a cercarla sulle piattaforme internet, soprattutto YouTube, dove ho trovato documenti musicali a nome GABRIELE CAMILLETTI registrati presso il Museo internazionale della fisarmonica di Castelfidardo. E’ LEI?

Ho ascoltato con particolare attenzione le esecuzioni e, piacevolmente, ne ho preso atto. Se le immagini sono attuali, lei è anche molto giovane, preposto perciò per dare alla fisarmonica un contributo certamente maggiore. Mi permetto, a tal fine, di darle un amicale consiglio, con la totale libertà da parte sua di accoglierlo oppure no: Coltivi la curiosità e favorisca spesso il confronto (mi creda, ascoltando artisti più bravi di noi s’impara moltissimo) e non si stanchi mai di studiare e di cercare la perfezione, soprattutto quella tecnica, da cui dipende poi tutti il resto. Poco importa se un giorno potrà esserci qualcuno che non la capisce e fa errate supposizioni su quanto lei produce.

Un caro saluto. (Salvatore Pili)

 




 





















 








venerdì 5 aprile 2024

 




"DIVERTIAMOCINSIEME...


E’ il titolo del mio nuovo CD appena pubblicato.   

Una notizia straordinaria, fantastica, anzitutto per me stesso, che non pensavo di poterla ufficializzare in questo particolare momento. In primo luogo perché le difficoltà nel mettere in musica un’opera discografica sono enormi, sia di carattere musicale sia di ordine economico, ed essere riuscito a superarle entrambi ovviamente mi riempie di gioia. Una gioia estensiva, nel senso che ho la convinzione che, fruendo dell’evento, anche tanti appassionati della buona musica in generale e della fisarmonica in particolare, ne saranno positivamente coinvolti.

Dopo circa dieci anni dalla pubblicazione dei due CD “FISARMONICA SOLA” e “FISARMONICA E ORCHESTRA”, due opere che ormai fanno parte dell’archivio delle eccezionalità, ecco finalmente una nuova “perla” discografica che mi riguarda.

 

 

Ho meditato per diverso tempo prima di decidere la pubblicazione di quest’opera, che tra l’altro rappresenta anche l’ultimo dei progetti realizzati a tal fine. Tre, infatti, sono i master musicali già portati a compimento e pronti per essere ufficializzati e diffusi attraverso supporti ottici (CD).

Il primo - “La Sardegna nella grande musica” - contenente un programma rivolto alla cultura musicale sarda, con musiche di Salvatore Pili (Sardinia Simphony e Ballata Shardana) e di Ennio Porrino (“NURAGHE”, 3 danze primitive sarde).

 

Il secondo progetto, altrettanto impegnativo e con un contenuto musicale pure di particolare pregio, riguarda “I CONCERTI DI RADIO CAGLIARI”, uno dei programmi radiofonici della RAI (allora emittente unica in Italia) cui, in circa vent’anni di collaborazione con questo Ente, pure ho partecipato con successo. E’ un sentito e doveroso ricordo rivolto a un periodo storico assolutamente straordinario e non mancherà, ne sono certo, di suscitare grande interesse quando l’opera discografica sarà pubblicata.

INFINE IL TERZO


 Infine il terzo, “DIVERTIAMOCI INSIEME… come ai vecchi tempi”Già il titolo esprime la diversità di quest’opera rispetto alle altre due, ancorché voglia egualmente rievocare un momento particolare della mia carriera di musicista che, nel suo divenire, ha avuto stratificazioni formative piuttosto eterogenee. Vuole ricordare, infatti, la mia attività musicale da adolescente quando, con la mia fisarmonica, mi esibivo nelle sale da ballo e nelle piazze della Sardegna e riuscivo, con le mie esecuzioni, a creare atmosfere tali da favorire situazioni di particolare bellezza, coinvolgendo molti giovani, non pochi dei quali, tra un ballo e l’altro e ripetuti amplessi, scoprivano corrispondenze affettive talmente nobili da concretizzarsi poi ben oltre l’effimero.

Ovviamente suonavo una grande quantità di canzoni, soprattutto quelle in voga al momento. Ma, ricordo, i brani che maggiormente caratterizzavano le mie performance erano quelli brillanti, virtuosistici: valzer, mazurche, polche, tanghi… Molto in auge, allora, erano anche brani di genere sudamericano, samba, rumba… e il Jazz della grande tradizione della “vecchia America”, come IN THE MOOD, il celebre boogie-woogie di Garland portato al successo da Glen Miller e la sua orchestra, che tanto ha contribuito a risollevare il morale degli italiani nell’immediato dopoguerra. Da non dimenticare le danze sarde. Ad intervalli frequenti ne dovevo necessariamente riproporre qualcuna, per consentire a tutti: giovani, meno giovani e vivaci anziani di colmare oltremodo la piazza e ballare insieme felici.

Da qui anche la decisione di dare la priorità a questo "terzo progetto”. E’ musicalmente molto attrattivo, con brani di straordinaria bellezza e, lasciatemelo dire, oltremodo curato nel suo insieme: negli arrangiamenti, nei dialoghi, nei colori, nei contrasti e, naturalmente, nelle esecuzioni, dove sembrano rispecchiarvisi le mie particolari simpatie per la Wiener Philharmoniker, la celeberrima orchestra viennese quando, pure con Valzer, Mazurche, Polche…, interpreta magistralmente il “Concerto di Capodanno” più famoso al mondo.

Rispetto agli altri due progetti, pertanto, è di più facile lettura, consono anche per essere messaggero di un’espressione musicale plurima, come una possibile gioia di un divertimento danzante o un raccoglimento fantastico se finalizzato ad un ascolto confidenziale. Il momento particolare che stiamo vivendo, infatti, dove sembrano prevalere preoccupazioni mascherate alla meno peggio, una musica allettante e piacevole può essere foriera di ricordi seducenti e consentire momenti di riflessione positiva e spiritualmente appagante. Se ciò avvenisse, anche parzialmente, ne sarei oltremodo felice.


COME E DOVE SI PUO’ AVERE IL DISCO

 Anzitutto è opportuno prendere nota che anche questo disco, come già i due sopra citati, avrà una tiratura limitata e, una volta esaurita, non sarà replicata (Le cose belle sono tali anche perché sanno di rarità, come dire, parafrasando un celebre aforisma: “Tanto più gloriosa quanto più avara le è la gloria”).

Questo per precisare che chi desidera arricchire la propria discoteca con un’opera assolutamente unica e irripetibile nel suo genere non deve aspettare più di tanto per acquistare il nuovo CD, tanto più che il piacere di condividere tanta bellezza con amici, appassionati ed esigenti musicisti ha portato il produttore a proporlo ad un costo oltremodo contenuto.

 

COME RICHIEDERLO?

FACILISSIMO: Telefona al n. 328.460.3292, oppure invia una E-mail a pili_salvatore@tiscali.it  e riceverai tutte le informazioni necessarie per venire in possesso di quest’opera inestimabile.