mercoledì 11 ottobre 2017

DOVE E COME NASCONO I MIEI DISCHI


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Il Post di questo mese, ottobre 2017, torna a essere esclusivamente musicale.

E’ un invito a visitare, sia pure virtualmente, il Centro Musicale di Cagliari e “curiosare” in quegli ambienti particolari dove, tra splendidi entusiasmi e delusioni profonde, trascorro la maggior parte del tempo che dedico al mio lavoro di musicista.  L'auspicio, in altri termini, è di poter rivivere insieme  i più decantanti momenti che portano poi alla creazione dei miei dischi.


L’immagine che segue focalizza il “cuore” dello studio di registrazione. E’ qui, in questo fantastico eremo, che nascono le mie opere discografiche.

Il lavoro  sviluppato in questo seducente spazio è piuttosto gratificante, non solo perché stimola oltremodo il desiderio di elucubrare su misteriosi processi sonori finalizzati alla musica, dando così maggior vigore all’istinto che guida alla scoperta di nuove informazioni, ma anche perché supporta un’altra necessità importante, quella di studiare, di apprendere, sempre.  
Un musicista che manchi di queste esigenze, infatti, (è un mio convincimento personale e come tale va inteso) non può esistere, e cosi pure il disinteresse all’ascolto di altri interpreti, che invece dev’essere favorito, sia riguardi il proprio strumento oppure musica in generale.

Le possibilità creative, in assenza di tali motivazioni, verrebbero meno, o si fermerebbero sulla punta del proprio naso e, fosse lungo anche come quello di Pinocchio, vanificherebbe la possibilità di “esplorare” (non importa se piccoli o grandi spazi) lo sconfinato mondo dei suoni.
Molto però, questo fantastico universo musicale, mette anche in soggezione, e talvolta addirittura in sofferenza, a causa degli innumerevoli momenti di delusione che la scienza dei fonemi spesso produce nella sensibilità dei soggetti che vi operano. 


Giorni, settimane, mesi, anni talvolta occorrono per realizzare un “pensiero” musicale. 
E’ spesso sfuggente, la cellula soggetta che ti frulla per la testa, difficile da oggettivare con immediatezza. Te la porti “dentro” quasi senza volerlo, magari per un tempo indefinito e te la sogni la notte e quasi ti tormenta.


E quando finalmente hai la percezione di aver reso il tema effettuale, ecco che il giorno successivo lo riascolti in altra situazione, ad esempio in una “MUSIC HALL”, e scopri che ciò che sembrava ottimale nell’aula di registrazione, dove l'audio è percepito attraverso speciali monitor  e cuffie, qui non lo è più.
E’, questa, la fase cosiddetta di mixaggio, cioè far interagire con giusti equilibri tutte le sezioni dell’orchestra e rendere l’esecuzione omogenea.  

La delicatezza di questa fase è dimostrata dal fatto che anche nei teatri da concerto avviene in qualche modo la stessa cosa. Il direttore, ad esempio, non incontra l’orchestra qualche ora prima del debutto, ma, al contrario, alcune settimane prima e, attraverso quotidiane ed estenuanti prove, si cerca di risolvere nel miglior modo le problematiche sopra menzionate.
Teatro Lirico di Cagliari - Per gentile concessione dell'Ufficio Stampa.


Ancor più complesso è il caso specifico, quello che mi riguarda personalmente, giacché l’operatività è svolta in un Home Recording Studio con la concretezza e la grinta - così mi dicono alcuni amici che mi stimano a prescindere - tipica di un self-made man audace e caparbio al tempo stesso.

Il fai da te, infatti, comporta sia situazioni positive sia negative. 
Favorevoli, ad esempio, sono i vantaggi derivanti dal fatto di non essere vincolati da turnazioni calendarizzate, tipiche di uno studio di registrazione professionale, quando le possibilità di dover suonare in momenti non del tutto favorevoli sono 
purtroppo reali, con tutte le conseguenze del caso. 
Sono invece negativi quei momenti in cui ci si ritrova a operare in solitudine, privi, anzitutto, della collaborazione di un tecnico del suono, che da dietro una consolle (mixer) dispone di canali appositi per ciascuno strumento  e può, in tempo reale, monitorare volumi, effetti e sfumature di vario genere, quasi si trattasse di un 
direttore d’orchestra.

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Un lavoro, questo, oltremodo delicato e complesso, ed è ovvio che un musicista che fa da sé dovrà agire in maniera diversa, impiegando un tempo notevolmente maggiore rispetto alle tecniche anzidette. Anche per questo motivo per realizzare i miei due CD, Fisarmonica sola e Fisarmonica e orchestra, ho impiegato circa dodici anni, ancorché ne sia valsa la pena.

 












Particolare rilevanza, per quanto mi riguarda, hanno i monitoraggi effettuati nella cosiddetta “Sala Audizioni” del Centro Musicale. 
     
Particolare della Sala Audizioni del Centro Musicale 



Nell’immagine sopra riprodotta, come si può notare, la Sala è predisposta per l’esecuzione live di musica cameristica, ma è arricchita con un efficiente impianto di diffusione sonora quando l’utilizzo è destinato ai monitoraggi anzidetti. 

L’intento è di realizzare una sorta di “MUSIC HALL” che rispecchi in qualche maniera il salotto di casa di un appassionato di musica piuttosto esigente.

 Gli ascolti in questa sede, solitamente reiterati nel tempo, sono propedeutici alla cosiddetta finalize (finalizzazione del disco) dopo la quale nulla più può essere modificato nel brano.


E’ in questo tipo di audizioni che avvengono le maggiori delusioni.

Il monitoraggio effettuato durante la registrazione, anche quando tutto sembra irreprensibile, molto spesso non è conforme a quello live eseguito nella “Sala Audizioni”, dove la percezione del suono da parte dell’orecchio è evidentemente diversa, fattore certamente non trascurabile stante la particolare sensibilità di quest’organo. Difetti che possono essere tollerati nella pittura, ad esempio, in musica non lo sarebbero mai. 

Identificate le anomalie, perciò, si ritorna, come dire, “in laboratorio” (aula di registrazione) dove, soprattutto se si agisce con calma serafica e sconfinata pazienza, solitamente si riesce a individuare le problematiche e risolverle. 

Il tutto fino a quando, a occhi chiusi per sentirsi in qualche maniera estraniati dal terracqueo mondo, è possibile gioire, finalmente, dei plausibili buoni risultati conseguiti.


Ma non finisce qui.
A questo punto, con la realizzazione del cosiddetto MASTER, termina soltanto il lavoro tecnico-creativo del musicista.  Si tratta della copia originaleprototipo da cui poi si riproduce la quantità di dischi desiderata, centinai o migliaia, secondo le esigenze di mercato.


Questo è compito esclusivo delle case produttrici, o comunque di laboratori all’uopo preposti, che si occupano - oltre che della produzione -  della rappresentazione grafica, della confezione e delle incombenze fiscali relative (come ad esempio quelle riguardanti la SIAE), e, in particolare, della distribuzione del disco sui mercati  nazionali e internazionali.


Attualmente è in "cantiere", finalmente alle ultimissime battute, un'opera  per certi versi straordinaria.  Si tratta di un ossequio alla mia Sardegna, un omaggio che ho sempre sognato di fare ma che solo ora è stato possibile realizzare. 
Chi volesse saperne di più, a proposito di quest'opera, consiglio la lettura dell'editoriale "Sardinia SIMPHONY", pubblicato sul Blog: salvatorepili.blogspot.it.

Immagine di copertina del Broshure illustrativo di "Sardinia SYMPHONY" 

  Grazie per essermi venuti a trovare. 



Post Scriptum: 
Fra tutte le arti, la Musica è quella che si concede più malvolentieri, probabilmente, oltre che per la genericità dei suoni, anche a causa del suo perpetuo divenire. 

Per questa particolare ragione, prima di esprimere un giudizio su un brano musicale, soprattutto se di genere "colto" (le canzonette, ancorché belle, o musica leggera in generale, ad esempio, non fanno testo, o lo costituiscono in misura alquanto limitata, perché sono come un dolce gelato, da consumarsi all'istante) è perlomeno prudente procedere ad ascolti reiterati, possibilmente anche in momenti e ambienti diversi. Solo allora sarà possibile cogliere, ovviamente se sussistono, i valori intrinseci del pezzo ascoltato. "L'ascoltatore - rileva Matteo Marangoni nel suo libro Capire la Musica - deve stare ben desto e teso a penetrare quel misterioso linguaggio che è la musica, la quale raramente si concede alla prima, ma sempre di più ad ogni nuova audizione."

Maestro  Adamo Volpi

Ho piacere, pertanto, di riproporre qui di seguito il brano PRELUDIO Op. 31, di Adamo Volpi, da me eseguito in occasione della registrazione del CD riguardante la "Fisarmonica Sola" ma che, pur trattandosi di un brano bellissimo e tra i più noti del celebre compositore, non aveva trovato spazio nell'ufficialità del disco stesso.
Buon Ascolto.