martedì 3 dicembre 2013

NON CI SARA'

EDITORIALE

CI SARA’ UN NUOVO DISCO DEL MAESTRO PILI ?

Sono veramente tanti, tra chi è già venuto in possesso dei miei due CD, a chiedermi se e quando ci sarà un nuovo lavoro discografico, un po’ esoterico, come quello testé pubblicato.

NO, non ci sarà,
a parte quello dedicato alla cultura musicale sarda (Sardinia Simphony), di cui si è fatto cenno in un precedente numero del notiziario "Informazioni MUSICALI".  Non ci sarà, per motivi diversi.

Quando un’opera artistica ottiene dal suo stesso autore valutazioni oltremodo favorevoli, come nel caso dei due concerti Fisarmonica sola e Fisarmonica e orchestra, è segno che egli ha raggiunto l’apice desiderato. Se poi tale status apicale è stato conseguito attraverso una fase di tensione altissima, durata addirittura dodici anni, è normale che in lui subentri una fase di rilassamento, anche  dal punto di vista fisico.

Più in generale, l’optimum conseguito, e gli obiettivi prevalentemente culturali che quest’opera si prefigge, la rendono unica, oltremodo riservata, e pertanto restia ad iterazioni parallele.
Un’espressione artistica di tale fatta, poi, si porta con sé anche valutazioni che trascendono da considerazioni d’ordine materiale, contemplando invece una sorta di sentimento idealistico, veicolo di un  pensiero musicale che, nell’astratto dei suoni, con specifico riferimento al mondo della fisarmonica, vuole essere un messaggio nuovo e propositivo al tempo stesso. Trattasi di un impegno culturale profondo, difficile da proporre ancora, per opera del sottoscritto.

Chi non ricorda, a proposito d’irripetibilità, gli  straordinari film di Don Cammillo, tratti dall’omonimo romanzo di Giovanni Guareschi e magistralmente interpretati da Fernadel e Gino Cervi?
Un solo tentativo di reiterazione è stato fatto, dove la parte di don Camillo fu affidata, se mal non ricordo, al pur bravissimo Terence Hill e quella di Peppone ad un altrettanto eccellente attore francese. Ebbene, il risultato fu un insuccesso clamoroso e nessun altro regista, che si sappia, ha poi osato proporne altre versioni, a testimonianza ulteriore che certe cose, soprattutto in arte, riescono una sola volta.

Per questi ed altri motivi ancora, perciò, anche i due concerti Fisarmonica sola e Fisarmonica e orchestra di Salvatore Pili, checché ne possano pensare o dire gli schizzinosi, devono restare unici.

Ho ascoltato, come è facile immaginare, centinaia di volte ogni brano del programma, sia quelli riguardanti la sola fisa o la fisa e orchestra, e ogni volta sono stato pervaso da un’onda emotiva di straordinaria intensità, tanto da chiedermi: “Com’è possibile che un compositore abbia potuto ideare e scrivere cose così belle?”

Anche oggi, nella sintesi discografica ufficiale (i brani registrati in fase di lavorazione sono stati molti di più) ogni ascolto del disco è per me motivo di profonda spiritualità, un godimento iterativo dinamico, emotivamente sempre diverso.
Di là di possibili sentimentalismi di parte, un lavoro musicale che susciti sì profonde emozioni, è anche espressione di unicità, prescindendo dal fatto che possa o no piacere a tutti.  Non è una novità, infatti, che opere d’arte, in ogni campo dello scibile, pur essendo perfette, uniche e irripetibili, suscitino invece diniego da parte di alcuni.
Nel mondo dei suoni, poi, i contrasti sono spesso espressione di arricchimento: nel ritmo, nell’armonia, nella timbrica… e talvolta anche nel dissenso, perché no?

Una riflessione finale. Quest’opera discografica, nella sua accezione musicale specifica, contempla anche un pensiero profondo da parte mia, riferito in particolare ai numerosissimi allievi di fisarmonica che negli anni si sono rivolti a me per usufruire delle mie soluzioni didattiche concernenti questo strumento. Questi due dischi, un po’ sono dedicati anche a loro, giacché, in questa fase, amo vederli tutti riuniti, in un’immensa platea, attenti a seguire l’ennesima lezione, tutta speciale, questa volta, e, al terminar del concerto, esortarli così:  
“Ecco, cari Ragazzi e Ragazze, la fisarmonica moderna va interpretata in questa maniera.  Perseverate nei vostri studi affinché possiate fare altrettanto, o addirittura meglio!”. Grazie.
(Salvatore Pili)